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Programma didattico

Ogni bambino ha vissuto esperienze diverse, che porta con se al momento dell’ingresso nella scuola dell’infanzia. La frequenza o meno al nido, l’ambiente socio-culturale di appartenenza, l’insieme delle relazioni affettive vissute con le figure parentali, il materiale di gioco a disposizione e altri fattori hanno predisposto un bagaglio di linguaggi verbali che risulta notevolmente diverso da bambino a bambino.

La conoscenza approfondita degli alunni precede quindi necessariamente la scelta dei percorsi didattico-educativi idonei sia al gruppo sia alle caratteristiche dei singoli bambini.  fin dalla scuola dell’infanzia è indispensabile favorire la conquista graduale di abilità di simbolizzazione, attraverso la proposta di esercizi. Il gioco che favoriscono lo sviluppo di competenze necessarie a un successivo approccio letto-scrittura e all’attività logico-matematica. L’insegnante che conosce i propri alunni, sa come aiutarli nel loro processo di crescita, intervenendo con competenza nella loro area di sviluppo prossimale.

Vediamo quali sono le capacità da raggiungere:

Affettività, socializzazione e autonomia

  • 3-4 anni il bambino, all’ingresso nella scuola dell’infanzia, può presentare ancora difficoltà al distacco della figura genitoriale, soprattutto se non ha frequentato il nido. È quindi necessaria la gradualità nel percorso d’integrazione, affinché il bambino possa prendere fiducia nei nuovi adulti. Nel primo anno di scuola dell’infanzia si vede nel bambino l’evoluzione dell’autonomia, la conquista di nuove capacità in ogni ambito e la socializzazione con i coetanei.
  • 4-5anni il bambino in questa fascia di età ricerca la relazione con l’adulto. Il suo gioco è più autonomo e ha una componente narrativa più evolutiva. Il sensibile sviluppo delle capacità linguistiche aiuta molto; il bambino infatti, “racconta” a se stesso il proprio gioco, guida le proprie azioni con le parole, in una sorte di “dettatura che arricchisce le sue produzioni”.
  • 5-6 anni con la crescita i bambini hanno sempre più bisogno di stare insieme ai coetanei, di confrontarsi, di condividere esperienze. Il gioco ora è molto più articolato (gioco di finzione, gioco costruttivo, gioco motorio) ; anche se siamo ancora in piena fase egocentrica inizia a essere possibile proporre un gioco con delle regole. I bambini esprimono le loro emozioni attraverso il gioco, divengono mano a mano capaci di descrivere i loro stati d’animo. Il ruolo dell’adulto è fondamentale, egli è mediatore tra l’esperienza e il bambino, tra il bambino e i coetanei, ma lascia al tempo stesso spazio all’iniziativa.

Schema corporeo

  • 3-4anni: 3 anni il bambino conosce già il proprio corpo e sa individuare e denominare le parti principali su se stesso, sull’altro e sulle immagini.
  • 4-5anni: il bambino riesce a riconoscere e denominare anche le parti del corpo secondarie e sa usarne persino la terminologia nella quotidianità (es. le mani servono per …), anche il disegno del corpo è più ricco di particolari.
  • 5-6anni: la conoscenza dello stesso schema corporeo ora è ben strutturato, i bambini riconoscono, denominano i vari segmenti corporei, su di se, sull’altro e su un’immagine, riconoscono la destra dalla sinistra.

Attività percettiva

  • 3-4anni: la percezione è la via d’accesso alla conoscenza del mondo; è anche grazie all’esplorazione visiva, uditiva, tattile, olfattiva, gustativa che i bambini possono sentirsi padroni delle loro esperienze. A 3 anni i bambini sono capaci di discriminare i colori principali, riescono a individuare forme e dimensioni, a distinguere gli odori, i sapori e le qualità tattili.
  • 4-5anni: la discriminazione dei colori, delle forme, delle dimensioni si è arricchita notevolmente, al punto da riuscire a tenere presenti due criteri di selezione (“prendi i quadrati verdi”; “dammi i tondi piccoli” ecc.). La percezione uditiva consente di distinguere il suono, il rumore, il silenzio; gli altri stimoli percettivi sono meglio definiti verbalmente.
  • 5-6anni: le forme, i colori e le dimensioni sono ormai delle certezze. Il bambino si destreggia senza fatica in attività che richiedono la capacità di discriminare elementi, di riconoscere suoni e rumori registrati, di individuare e denominare qualità olfattive, gustative e tattili sempre più precise.

Coordinazione motoria e dominanza laterale

  • 3-4anni: a 3 anni il bambino è capace di muoversi nella stanza in modo abbastanza coordinato; cammina con sicurezza, esplora gli spazi, sa salire e scendere le scale. Per ciò che riguarda la dominanza laterale, già a questa età molti bambini usano prevalentemente, anche se in modo non ancora sicuro, una parte del proprio corpo; ad esempio usano quasi sempre lo stesso piede per dare un calcio alla palla, lo stesso occhio per guardare da un foro, la stessa mano per mangiare.
  • 4-5anni: il bambino a 4 anni si muove con disinvoltura, sale e scende le scale alternando i piedi, riesce a saltare uno o due gradini, sa riprodurre sequenze motorie su imitazione, la sua dominanza laterale inizia ad essere più sicura, con poche incertezze sull’uso della parte dominante.
  • 5-6anni: ecco che i bambini sono diventati ormai abili nella coordinazione generale; sono capaci di eseguire attività motorie di una certa complessità. Essi, entro questo anno, consolidano definitivamente la dominazione laterale.

Attività grafica

  • 3-4anni: è durante questo anno di scuola che gli insegnanti possono osservare la conquista della padronanza dello spazio grafico, del desiderio di disegnare, di riprodurre il mondo impugnando una matita. Già a questa età molti bambini mostrano una corretta impugnatura, ma alcuni hanno ancora una prensione globale, che impedisce al gesto grafico la scioltezza necessaria. È allora utile proporre un’attività di manipolazione, giochi di imitazione di gesti e movimenti, finalizzati alla conquista di una prensione più evoluta.
  • 4-5anni: lo sviluppo delle competenze percettivo-motorie e linguistiche contribuiscono notevolmente all’evoluzione del disegno. Quando un bambino si accinge a disegnare, oltre alla competenza grafica, necessita di una buona competenza linguistica, grazie alla quale egli può portare avanti una sorta di “dettatura” dell’immagine da realizzare.
  • 5-6anni: a questo punto il bambino dovrebbe essere capace di disegnare in modo sufficientemente organizzato, di colorare entro i margini, di scrivere il proprio nome, di eseguire sequenze grafiche e attività su richiesta dell’adulto.

Organizzazione spaziale

  • 3-4anni: la proposta di attività psicomotorie aumenta la capacità dei bambini di padroneggiare lo spazio tridimensionale. Dal riuscire a localizzare oggetti nell’ambiente si passa così a individuare la posizione di elementi all’interno di un’immagine e a eseguire consegne verbali che implicano la rappresentazione grafica di posizioni.
  • 4-5anni:la proposta di attività psicomotorie aumenta la capacità dei bambini di padroneggiare lo spazio tridimensionale.
  • 5-6anni: la gestione dello spazio raggiunge, durante questo anno scolastico, un livello davvero soddisfacente. Il bambino è capace di individuare e verbalizzare le relazioni spaziali tra gli elementi sia all’interno di uno spazio tridimensionale sia nello spazio bidimensionale.

Organizzazione temporale

  • 3-4anni: i ritmi quotidiani sono alla base della graduale conquista del concetto di tempo nei bambini. Anche in questo ambito sono di grande aiuto le attività psicomotorie, grazie alle quali vengono interiorizzate le sequenze dei movimenti, ma hanno grande valore il linguaggio verbale, la narrazione dell’esperienza, la definizione attraverso parole che “parlano” di tempo
  • 4-5anni: l’organizzazione temporale è la capacità di riconoscere la successione di momenti diversi ed è attraverso essa che il bambino si rende conto dei cambiamenti che avvengono intorno a lui, di cui egli stesso è protagonista ( “prima mi alzo, poi mi vesto” )
  • 5-6anni: egli conosce e comprende i principali momenti della giornata, si orienta nelle definizioni “ieri-oggi-domani”, è capace di memorizzare la sequenza dei giorni della settimana, di riordinare sequenze, di individuare le relazioni causa-effetto e di contemporaneità.

Produzione verbale

  • 3-4anni: il linguaggio del bambino dai tre ai quattro anni è solitamente, abbastanza fluido e strutturato, anche se non sono rari i casi in cui possono rivelare difficoltà.
  • 4-5anni: le frasi sono complete e piuttosto ricche e il bambino è capace di raccontare le sue esperienze; egli riesce ad esprimersi con frasi sufficientemente strutturate, sa recitare brevi poesie e filastrocche, ripete correttamente parole e frasi e la sua pronuncia è corretta.
  • 5-6anni: la struttura della frase è completa, con uso quasi sempre corretto dei funzionali. Il bambino è capace di rielaborare oralmente il contenuto di una storia ascoltata, di rispondere alle domande su di essa, di descrivere immagini, di ripetere parole e frasi anche di una certa complessità.

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